Famiglie ferite, il cammino pastorale della comunità di Catania
Catania28 luglio 2017
Riammessi alla comunione sacramentale dopo un lungo percorso di attesa e discernimento: la testimonianza della parrocchia del SS. Crocifisso
Ci sono date che non si dimenticano, giorni che segnano la vita, eventi speciali che ci “danno” alla vita.
È stato certamente così per la nostra comunità parrocchiale del SS. Crocifisso dei Miracoli domenica 23 luglio. Alcuni nostri fratelli e sorelle, tre coppie, sono stati riammessi alla comunione sacramentale dopo un lungo percorso di attesa e discernimento, come previsto dalle linee guida della Conferenza episcopale siciliana. Si tratta di Anna e Puccio, Patrizia e Pietro, Emanuela ed Alfonso.
È importante ricordare il loro nome perchè con il loro nome sono stati chiamati, attesi, amati dal Padre e riabbracciati dal Figlio nella comunione condivisa con tutta la comunità, mentre il soffio benedicente dello Spirito li ha alimentati e preceduti, donando al loro cuore un desiderio profondo ma paziente di questo nuovo battesimo.
Hanno camminato Anna e Puccio, Patrizia e Pietro, Emanuela ed Alfonso. Hanno portato con coraggio le loro vite, le loro storie e le loro ferite insieme ad altri compagni di strada, accolti e guidati da pastori che hanno saputo guardare non alle fragilità ma al desiderio di ricerca e di pacificazione, mettendosi con loro in attesa ed in ascolto.
La loro esperienza in parrocchia è cominciata circa quattro anni fa quando p. Mario Farrugio venne incaricato di seguire il gruppo delle famiglie ferite, di quanti cioè abbiano vissuto e sofferto le lacerazioni di matrimoni interrotti, di convivenze difficili, di nuove unioni segnate dalla speranza e da nuovi patti di fedeltà ed amore.
Il gruppo è eterogeneo per provenienze, personalità, esperienze. L’orizzonte è Gesù, motore ne è la fede.
Questa piccola comunità cresce e si consolida nell’appartenenza alla comunità parrocchiale di cui condivide la vita e le attività che si realizzano, aprendosi progressivamente e con generosa umiltà al servizio.
Quando p. Mario si trasferisce, p. Gianni Notari raccoglie l’esortazione dei padri sinodali affinchè i pastori si pongano in accompagnamento delle fragilità di questi fratelli, nella prospettiva del discernimento e della ricerca.
Misericordia dunque e non giudizio, cammino ed ascolto con attenzione a tutta la comunità, ai suoi tempi, alle sensibilità, accompagnando tutti a ricevere questo segno profetico di grazia.
Progressivamente si sente il bisogno di liberarsi del grigiore di definizioni quali famiglie ferite, irregolari, divorziati/risposati, di parole che marchiano, pronunciate con disagio ed un certo senso di incoerenza, per restituire al proprio cammino tutti i colori della speranza, della pace e della fecondità: Gruppo arcobaleno!
La ferita che ha segnato la vita di ciascuno di questi fratelli, è stata feritoria attraverso cui la Misericordia è passata, illuminando e facendo nuove tutte le cose che oggi hanno un altro nome.
Il 23 luglio 2017 è un giorno speciale che non dimenticheremo. Tutta la comunità si è riunita, per vivere e celebrare con grande gioia questo dono di Grazia, che si fa segno vivo di una comunione che non si è mai interrotta nel cuore di Dio così come in quello di Anna, Puccio, Patrizia, Pietro, Emanuela, Alfonso e di tanti altri che come loro si sono messi in cammino “dentro” la Chiesa, con umiltà ed obbedienza.
Questa nuova comunione sacramentale allora è davvero anche un nuovo battesimo con un’acqua che porta nuova vita alla Parrocchia ed a tutta la Chiesa. Insieme alla Chiesa, abbiamo aperto una nuova Porta santa, una porta alla quale insieme, come comunità in cammino e in uscita, abbiamo bussato.
Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perchè chiunque chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. (Mt 7, 7-8)
Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. (Ap 3,20)
Angela Giarrizzo
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